Chiesa del Carmine Maggiore a Ballarò

La Cupola del Carmine e il polpo di Giorgio D'Amato
Il Piano del Carmine ricade all'interno del mercato Ballarò, il cui nome deriva da  suq-al Balari, il primigenio mercato ove vendevano le loro mercanzie i contadini di Balarà, un antico casale sito nei pressi di Monreale. Resta uno dei più antichi e frequentati mercati di “grascia”, ovvero di generi alimentari, a Palermo.
I carmelitani che vi fondarono il Convento e poi la Chiesa, giunsero tra i primi in Occidente, visto che il Convento è datato intorno al XII secolo. Resti dell'antica Chiesa medioevale sono riconoscibili ai lati, nella cappelletta nel braccio sin del transetto. 


La Cupola e gli Atlanti

L'attuale Chiesa fu edificata nel 1627. Sulla facciata principale, nella nicchia sopra la porta centrale, la Statua della Madonna del Carmelo è del '700.
La Chiesa si trova in una posizione sovraelevata rispetto al piano della Piazza che fu poi modificata.
Veramente estrosa e pregevole la Cupola che, insieme ai due altari decorati dal Serpotta, sono le opere più pregevoli dell'edificio. La cupola decorata con maioliche smaltate è sorretta da quattro figure imponenti, gli Atlanti, che si alternano a due colonne. Il resto dei rilievi figurativi rendono ancora più barocco l'effetto finale. Le statue furono modellate in stucco su degli abbozzi in pietra su progetto complessivo del gesuita Angelo Italia che lo realizzò nel 1670. Nella simbologia sembra che gli Atlanti vogliano sorreggere la volta celeste, rappresentata dalla colotta maiolicata.
 
Altare dedicato alla Madonna del Carmine
All'interno, nel transetto, i due altari con gli stucchi del Serpotta. Nel braccio sinistro è alloggiata la titolare, La Madonna del Carmelo, pittura su tavola del 1492, di Tommaso De Vigilia. L'impianto scenografico delle colonne tortili fu realizzato dal Serpotta con il concorso del fratello Giuseppe tra il 1683 e il 1684. Più che una derivazione berniniana, sembra trarre ispirazione da Antonio Amato  l'adozione della colonna salomonica.  Nelle spire dorate delle colonne gemine, scene della vita della Vergine che, man mano salendo, si perdono nel ricco fogliame di tralci di vite.
Particolare dei fregi del Serpotta

Il braccio destro del transetto è occupato dall'altro altare serpottiano, dedicato al SS. Crocifisso ligneo, del '500. Le scene che avviluppano le colonne sono quelle della Passione di Cristo.
Per finire le opere firmate Gagini: nella V cappella destra una Madonna delle Grazie degli inizi del XVI secolo. Nella IV cappella destra, una S. Caterina d'Alessandria firmata Antonello Gagini.
Acquarello di Clotilde Alizzi














(Clotilde Alizzi)

Acquarelli di Giorgio D'Amato e Clotilde Alizzi
Foto di Clotilde Alizzi
 

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