Antonio Ligabue tormenti e colore. Mostra a Palermo 19 marzo 31 agosto 2016


   Io sono un grande artista,
la gente non mi comprende,
ma un giorno i miei quadri
costeranno tanti soldi e allora
tutti capiranno chi veramente era
Antonio Ligabue

Antonio Ligabue nasce a Zurigo nel 1899 e vive a Gualtieri dove arriva nel 1919. La madre triestina trasferitasi in Svizzera, a San Gallo, il padre ignoto. La vita di Antonio è contrassegnata dagli stenti e dalle privazioni che si acuiscono con la morte prematura della madre e tre fratelli,  nati dal matrimonio di questa con Bonfiglio Leccabue di Gualtieri in Romagna, il patrigno di Antonio.


 Dopo la morte della madre viene affidato ad una famiglia di San Gallo tedesca che tuttavia non può assicurare benessere e sicurezza al giovane Antonio, questi si mette in situazioni pericolose e viene addirittura denunciato dalla famiglia adottiva e rimpatriato a Gualtieri, paese del padrigno che aveva riconosciuto il figlio della moglie e datogli il proprio cognome. Antonio lo cambia in Ligabue per l'odio che prova per il patrigno, ritenendolo responsabile della morte della madre.
Arrivato in Romagna, un po' per via della scarsa conoscenza della lingua, un po' per la sua timidezza, acuita dagli stenti, viene additato come il pazzo o il tedesco, viene accudito da un Ospizio di Carità e va a fare lo scariolante sugli argini del Po'. La sua passione per il disegno vengono a galla tuttavia già negli anni della scuola in Svizzera e trova una sua realizzazione intorno agli anni '20 quando inizia a dipingere. In quel tempo un suo scopritore ed estimatore è Marino Mazzacurati, e diverrà famoso nel tempo tanto che non verrà più additato come il pazzo del villaggio.
La sciacalla (terzo periodo)

La sua pittura si può dividere in tre periodi. Gli inizi, quando le scarse condizioni economiche non gli permettono di comprare i colori e dunque i suoi dipinti sono caratterizzati da pennellate diluite dall'acquaragia e applicate su materiali di fortuna.








Un secondo periodo in cui matura una pennellata più ricca di colore, anche nei toni: il bruno Van Dick, i verdi in tutte le sfumature, il bianco ossido di zinco, le terre di Siena e il cobalto che con il giallo danno vita ai verdi, il rosso vermiglio a contrassegnare le macchie di colore sul viso o sulle pelli delle prede. 





Anche il disegno e la cura del dettaglio ne sottolineano la maturazione, il cui emblema è la Tigre Reale, disegno a pastelli, cere e china, eseguito su un foglio di carta intestata dell'Ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia, dove si trova ricoverato. I soggetti sono gli animali feroci, le tigri, i rapaci, ma anche scene di vita rurale il cui sfondo richiama ai paesaggi nordici della sua infanzia.




Il terzo periodo è quello della notorietà ed affermazione caratterizzato anche dall'urgenza delle committenze che lo obbligavano a stendere il colore direttamente, senza far precedere il dipinto da un disegno preliminare. E' il periodo dei ritratti, delle scene cittadine, delle fiere con tali dettagli sempre più ricchi e pennellate in rilievo. E' anche il periodo delle acque forti, delle puntasecca, dei bronzi raffiguranti il cinghiale, il lupo, la sciacalla, il cavallo. 


Più di 100 dipinti, disegni e bronzi prima che, giunto ad un vertice importante come la mostra del 1961, una paralisi gli impedirà di dipingere.
E forse muore così, prima che avvenga la sua morte, il 27 maggio del 1965 a 66 anni.




Clotilde Alizzi





Commenti

  1. Clotilde le tue pagine sono sempre interessanti. Tante notizie da leggere. Grazie e a presto. Penso che andrò a vedere.
    Nina

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  2. Nina è una bella passeggiata immersi nella vita e nei colori di questo artista e vorresti sapere di più di fronte ad ogni quadro, perchè dipingeva così e con quanti dettagli gli animali e le fiere. Resti con la curiosità di capire, ammaliata da tanto colore. E la tenerezza maggiore è davanti alle prime opere, quando diluiva con l'acquaragia i colori e rimangono come un'ombra leggera. diluita. Li ho postati sul mio profilo, se vuoi te li taggo. Alcuni mi ricordano Rousseau, un altro che dipigeva di giungle e animali FEROCI

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  3. Spero di non perdermi la mostra. A piccole dosi impariamo tantissimo. Grazie Cla

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  4. Spero di non perdermi la mostra. A piccole dosi impariamo tantissimo. Grazie Cla

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  5. Da vedere senz'altro! Ci andrò quanto prima!

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  6. Grazie, Clotilde,sempre attenta e precisa, non perderemo questa occasione.

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  7. Grazie per averci parlato di questo pittore che non si conosce abbastanza.

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  8. Grazie a Roberto Valeria e Rosa. Il prossimo post parlerà di qualcosa di insolito ma molto palermitano. Ritorneremo sulla Street art...Sorpresa!

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