Oratorio di S. Mercurio

L'unico rimasto dei tre costruiti dalla Compagnia della Madonna della Consolazionone fondata alla fine del 500.
Nel 1678 Giacomo Serpotta lo decora. L'Oratorio è dedicato a S. Mercurio, il Santo che si fa difensore dei primi Cristiani perseguitati. Il culto di S. Mercurio è descritto dall'iconografia dei decori che mostrano l'elmo e lo scudo.


 I gessi che contornano le finestre rappresentati da Angeli raffigurano il passaggio dalla vita alla morte, dalla finestra alla destra dell'altare maggiore fino alla finestra posta alla sinistra viene rappresentato il cambio dell'espressione e dell'atteggiamento, dall'angoscia alla beatidudine del trionfo sulla morte e sull'ultima finestra questo trionfo è  rappresentato nella bandiera sventolante, sostenuta da un putto.
La Confraternita si occupava della Consolazione dei  Morenti del vicino Ospedale di Palazzo Sclafani. La controfacciata era occupata dall'organo che non c'è più, come diversi Angeli danneggiati dal crollo del soffitto avvenuto nel 1993. anche il pavimento maiolicato di fattura
palermitana e dai colori vivaci, presenta notevoli danni.
L'altare maggiore  è sovrastato da una tela che raffigura S. Mercurio mentre riceve dalla Vergine la lancia, mentre ai lati gli affreschi descrivono scene della vita del Santo: il martirio e in alto viene raffigurato il suo trionfo.
La controfacciata  fu decorata dal figlio Procopio, rappresenta degli Angeli che reggono strumenti musicali, essendo un angolo dedicato alla musica.
Il pavimento decorato con frutta e dai colori vivaci, al centro raffigura il sogno di San Mercurio con i suoi simboli contornato dalla corona della Madonna della Consolazione.
Nell'antiaula dell'oratorio sono raffigurati al di sopra degli stipiti delle porte, i simboli dell'elmo e dello scudo sovrastati dal ghigno, rappresentato da un draghetto e dalla corona, simbolo della Madonna.
Accanto alle porte due acquasantiere in marmo proveninte da Monte Pellegrino, il pan di zucchero, che ha il potere taumaturgico di allontanare il male. Al centro tra le due porte è presente un cartiglio con tutte le tessere in terracotta su cui sono incisi i nomi di tutti i capi della Confraternita.
L'ingresso all'Oratorio avviene mediante una sontuosa scala in marmo di Billiemi che impedì, essendo abbastanza alta, che il fiume Kemonia ingrossato e in piena allagasse l'Oratorio e lo portasse via, conservandolo così fino a noi.
Il sito ove sorge l'Oratorio, si pensa fosse un luogo di culto dedicato al Dio Marte, da qui anche il culto per S. Mercurio e che la vicina Chiesa di  S. Giovanni degli Eremiti prenda il nome, non tanto da eremo, ma da Ermes; anch'essa faceva parte dei tre Oratori presenti sul sito, di cui uno proprio locato di fronte all'Oratorio attualmente pervenuto fino a noi, esattamente gemello.

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