Vucciria di Renato Guttuso


E' il tributo pagato ad una terra, la sua, che chiede mai paga. In quest'opera il tributo è massimo. Non perchè riproduce un mercato arabo antico e paradigmatico di Palermo e della Sicilia, oserei dire, quanto la Sicilia stessa. Non nella identità delle immagini, che non ritroverete cercandole, andando in quei vicoli, non più almeno, e nemmeno nel ricordo di esse.

Le mercanzie sono un continuo grido alla ricchezza delle acque e alla fertiità della terra. Riproduce in questo budello nero le donne che lo percorrono, i volti, la luce che fa brillare maggiormente la pelle dei pesci esposti. La lampada accesa, quasi come in Guernica, illumina uno scenario meno inquietante certamente, rimandando a quell'amicizia profonda che legarono Guttuso e Picasso. Riproduce inoltre il luogo d'incontro, come agorà: il mercato arabo, pieno di voci e richiami, afolla la gente che quasi si urta sfiorandosi. Non l'immagine dunque nella sua realtà, ma un paradigma.

E' una visione, un sogno, un miraggio- scriveva Leonardo Sciascia. Percorrendolo nella sua realtà non troveremmo la rappresentazione che ne fa nel quadro.
Altro aspetto fortissimo è la rappresentazione delle merci esposte che con udito e olfatto è ricca come solo nei mercati dei paesi poveri avviene. Un offrire visivamente e nei profumi la merce anche a chi non può permettersela, così da partecipare anche solo con alcuni dei sensi ad un banchetto immaginario. Ma anche il cibo di strada, il così moderno Street Food, offerto e comune ai mercati della città, si carica di gusto e sapore diverso in mezzo alle voci e agli umori della Vucciria. 
Il quadro è da sempre al palazzo Steri sede del Rettorato dell'Università di Palermo. Fu donato da Guttuso all'allora Rettore, La Grutta, due anni dopo la sua realizzazione, ovvero nel 1976, su suggerimento dell'allora Prorettore  Marcello Carapezza, padre del figlio adottivo di Guttuso, Fabio Carapezza Guttuso, suo erede universale. Il quadro si trova nella sala dei Baroni, aula Magna dello Steri relativamente da poco, visto che per quasi 40 anni è stato ospitato al pianterreno, accanto alla Sala c.d. Delle Armi.
Molte delle opere di Renato Guttuso furono donate dallo stesso pittore al suo paese natale, Bagheria e raccolte nel museo di Villa Cattolica. La tomba del pittore è ospitata nella stessa Villa,  opera dello scultore Giacomo Manzù. Vorrei ricordare una particolare scultura, dello stesso Guttuso e ospitata all'interno del giardino di Villa Cattolica: Edicola.
La modernità e il genio fluttuante di questo artista ne sono ampiamente rappresentati.

(Clotilde Alizzi)

Commenti

  1. ebbrava Clo, finalmente arripigghiamu!!!
    e vorrei far notare la lanna del pomodoro che rappresenta AAS in tanti suoi eventi
    gd

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  2. Brava Clotilde, bel ritorno. Oggi ci porti a Palermo in uno dei mercati antichi della citta, davanti a un quadro ricco di colori e simbolo di usanze caratteristiche. A presto.
    Nina

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  3. Finalmente! non nego che mi sia mancata sta lattina.
    Trovo che riprendere il lavori della lanna con la Vucciria di Guttuso è più che ottimo.
    Grande CLo.
    L.I.

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  4. Ho potuto osservarlo da vicino e le sue dimensioni (mt 3 x 3) danno proprio l'impressione di poterci entrare dentro. Se non ricordo male nell'uomo con giacca e maglione al centro del quadro Guttuso ha voluto rappresentare se stesso. Sempre belli i post di Cla.

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