Passeggiate a Palermo: l'Oratorio di S. Cita

Torniamo a passeggiare per Palermo, riprendendo da un giro che abbiamo interrotto a metà dopo aver visitato l'Oratorio del S.S. Rosario dietro la Chiesa di S. Domenico. Scesi i gradini fuori dal portone di questo imbocchiamo alla nostra sinistra la strada che ci ha portato fin qua: Via dei Bambinai che dopo un piccolo slargo assume il nome di Via Valverde, subito dopo la Chiesa di S. Maria in Valverde, altro capolavoro di barocco e marmi mischi. Non abbiamo tempo per soffermarci, ci ritorneremo che la necessità di immergerci nel bianco assoluto degli stucchi di Giacomo Serpotta urge, ed eccoci ai piedi della scalinata che introduce all'Oratorio di S. Cita.


 
L'Antioratorio è decorato da ritratti di Governatori della Confraternita che volle l'edificio. Il significato dell'Oratorio è avere un luogo di incontro, di preghiera, pertanto la austerità dell'esterno cntrasta con il trionfo degli interni.
Fu decorato da Giacomo Serpotta tra il 1687 e il 1718 interamente da stucchi e rispetto a quello del S.S. Rosario di S. Domenico più prezioso per le opere che lì invece sono profuse, questo  possiede viceversa una leggerezza e una eleganza superiore.

Sulla corta parete d'ingresso vengono raffigurati come in teatrini i Misteri del Rosario Gloriosi e al centro della parete è raffigurata la battaglia di Lepanto, a celebrare la vittoria della Fede sugli Infedeli e dell'intervento della Vergine al buon esito di questa battaglia. Subito sotto vengono raffigurati dei giovani che dagli abiti sbrindellati e dai volti emaciati consacrano i nefandi effetti della guerra sulle popolazioni.

Pregevole inoltre sempre su questa parete la raffigurazione di due putti che giocano con l'aquila e il leone in accordo della loro infantile natura con ogni essere del mondo naturale.











Sulle pareti laterali sono raffugurati i misteri gaudiosi a sinistra, quelli dolorosi a destra, in nicchie come teatrini, in alto si aprono grandi finestre inframmezzate dal trupudio di putti, fanciulli e statue
All'altare maggiore, ai lati di questo, due figure muliebri raffigurano Ester e Giuditta con cui rende  omaggio l'artista all'ideale di bellezza femminile propria del suo tempo. Il dipinto all'altare maggiore raffigura la Madonna del Rosario di Carlo Maratta collocato qui nel 1695.
Pregevoli le panche in ebano e madreperla che ornano il cantorio.

(Clotilde Alizzi)

Commenti

  1. Bellissima e puntuale descrizione delle opere e degli eventi che esse celebrano. I tesori artistici della nostra Palermo raccontati con tono e gaio e partecipe. Clotilde, brava e competente come sempre.

    RispondiElimina
  2. Grazie Clotilde per le tue visite guidate alla scoperta delle bellezze artistiche, io sono pigro e non sempre ti vengo appresso nelle passeggiate tra i vicoli, ma stavolta sono tentato perché gli stucchi di Serpotta sono affascinanti. L'Oratorio di SantaCita è un trionfo di stucchi, da perderci delle ore a guardarseli, ogni figura, ogni putto, ogni panneggio, ogni particolare, è tutto realizzato con una sapienza e un virtuosismo unici. Ciao (emoticon di stucco)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Rai mi fa piacere la tua visita tra i vicoli di Palermo e che tu apprezzi un così bel capolavoro del 700 siciliano. Si u grande e l'emoticon di stucco ci sta tutto

      Elimina
  3. Ho visitato l'oratorio di Santa Cita qualche anno fa, quando il papà di una mia alunna vi fece un concerto di clavicembalo: goderono i sensi dell'udito e della vista.
    Non amo molto il Barocco, ma quando ci sono lavori così belli non posso non inchinarmi alla bravura degli artisti.
    Sempre grazie Clo, per queste meravigliose passeggiate.
    Lucia

    RispondiElimina
  4. La tua latta sempre ricca di capolavori artistici e di notizie interessanti. Tu ci porti là con te! Grazie Clotilde.
    Nina

    RispondiElimina

Posta un commento