Leonardo Da Vinci alla corte del Moro. L'Ultima Cena





Leonardo alla corte del Moro


Leonardo incarna l’apice della cultura milanese del Quattrocento.
Toscano, giunge a Milano nel momento in cui la città affronta una delle recessioni più significative della sua storia: crisi dovuta a precisi scopi politici degli Stati Europei diretti verso un unico fine, il predominio in Italia.

“ … haveva trent’anni, che dal detto Magnifico Lorenzo fu mandato al duca di Milano a presentarli, insieme con Atalante Migliarotti una lira, che unico era in sonare tale extrumento … “ (Anonimo Gaddiano).
Ovviamente è più verosimile pensare che la lira sia un pretesto, forse un dono che Lorenzo de’ Medici invia al suo potente alleato Ludovico e che, quindi, il motivo reale sia l’esecuzione del monumento equestre a Francesco Sforza realizzato dal più grande ingegno fiorentino.



La vita di Leonardo nei primi anni milanesi non è facile.
Ma tra il 1495 e il 1496 arriva per Leonardo la grande occasione: l’incarico da parte di Ludovico il Moro di affrescare una parte del refettorio di S. Maria delle Grazie.



L’opera risulta essere uno dei più grandi capolavori del Rinascimento: per l’ imponente maestosità della composizione, per l’immediatezza nella restituzione dei sentimenti, per la luminosità che circonda Gesù, che lo stacca dalle passioni terrene e lo situa nell’ armonia del Paradiso.






La pittura dell’ Ultima Cena, o Cenacolo che dir si voglia, occupa anni di ricerche e intenso lavoro.
Matteo Bandello, eccellente informatore, nella prefazione di una novella dedicata Ginevra Rangoni Gonzaga, dà risalto all’impegno di Leonardo per il Cenacolo: “ Soleva anco spesso … andare ogni mattina di buon’ ora, e montare sul ponte, perché il Cenacolo è alquanto da terra sollevato: soleva, dico, dal nascente sole all’imbrunita sera, non levarsi mai il pennello di mano, ma scordandosi il mangiare e il bere, di continuo dipingere. Se ne sarebbe poi stato dui, tre, quattro dì che non avrebbe ad esso messo mano, e tuttavia dimorava talora due o tre ore al giorno e solamente a contemplare, a considerare ed esaminare tra sé le figure, giudicando. L’ho anche veduto, secondo che il capriccio o il ghiribizzo lo toccava, partirsi a mezzogiorno, quando il sole è in Leone, da Corte Vecchia, ove quel superbo cavallo di terra componeva, e venirsene alle Grazie e, asceso sul ponte, pigliare il pennello e una o due pennellate dare ad una di quelle figure e, di subito, partirsene ed andare altrove.”
Nel giugno del 1497 il Cenacolo è a buon punto e sul finire dell’anno, con celerità insolita, è già terminato.
Tutte le esperienze artistiche di Leonardo si esauriscono con l’ Ultima Cena.
Dal compimento del dipinto, settant’ anni dopo, per il deterioramento iniziato nel 1517, il Vasari dirà:“… non si scorge più se non una macchia abbagliata …"

Unica opera portata a termine, pervenuta ai posteri nelle condizioni peggiori, tuttavia il Cenacolo di Leonardo Da Vinci è e rimane la più alta manifestazione artistica di tutti i tempi.


 (Lucia Immordino)


Lo stile e il messaggio


Quest'opera di Leonardo, come già detto, è stata deteriorata dopo pochi decenni dal compimento per la tecnica sperimentale usata: una tempera grassa, a cui furono aggiunti cere e oli. E' giunto il messaggio infatti che l'affresco fosse compiuto con colori ad olio; questo dunque è in parte vero, in parte no. Leonardo odiava la tecnica dell'affresco, per l'indole propria atta al ripensamento, e al ritocco, la tecnica della tempera che si asciuga velocemente, propria dell'affresco, non gli era congeniale. Pertanto usò una mescolanza su tuorlo d'uovo di oli fluidificanti in cui disciolse i colori.

Molto interessante è il messaggio. Viene descritto un brano dal Vangelo di S.Giovanni versetto 13,21 in cui Gesù annuncia che verrrà tradito.
La scatola in cui incasella il tavolo ad attraversare la scena ha la fuga prospettica che corre lungo il soffitto a cassettoni verso la parete di fondo aperta in tre finestre. Il Cristo al centro con le mani abbandonate sulla tavola ha una forma piramidale e funge da centro e da fulcro da cui corrono le linee prospettiche. Nelle procedure di restauro intraprese nel 1977 si ritrovò un buco sulla testa di Cristo proprio dove Leonardo infisse il chiodo da cui costruì tutte le linee prospettiche. 
Egli, il capo reclinato, rassegnato,  le braccia aperte, la bocca socchiusa come se avesse appena pronunciato le parole fatidiche. Tutta la scena è estemamente calibrata, dalle figure degli apostoli alle stoviglie e al cibo disposto sulla tavola. Gli apostoli disposti ai lati sono raggruppati in gruppi di tre creando un'onda visiva ai lati del Cristo, come un eco delle parole ch'egli ha appena finito di pronunciare.
Pietro impugna il pugnale ed esorta Giovanni: Dì, di chi sta parlando? Mentre Giuda, tra loro, con fare colpevole, stringendo la borsa, si tira in avanti e versa il sale.
Le mani alzate, l'espressione di stupore, l'increduità e l'innocenza sono i sentimenti suggeriti dagli apostoli. Filippo porta le mani al petto con fare innocente.
 La raffigurazione sottolinea il libero arbitrio: ognuno costruisce il proprio futuro; Giuda viene raffigurato insieme agli altri, non discosto, le sue azioni ne faranno la differenza.
Relativamente all'insieme la sottolineatura va fatta alla geometria cui contribuiscono la quadratura del pavimento, la fuga dei cassettoni verso i finestroni, tutte queste cose hanno l'effetto di sfondamento, come un trompe l'oeil che apre la parete del refettorio  e la continua oltre.

(Clotilde Alizzi)

Commenti

  1. Brave tutt'e due. La sperimentazione dei nuovi materiali non ha impedito che comunque la magnifica opera giungesse a noi (restauri e ritocchi). Un artista segue il suo istinto e così che si scoprono e creano le cose nove, quelle che prima non c'erano. Un quadro diventa uno stile, la maniera in cui viene dipinto diventa una tecnica. La meraviglia dell'uomo sta nelle sua infinite. capacità.

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    1. E' proprio così, Jole: la grandezza dell'opera di Leonardo è giunta fino a noi nonostante tutto ... e il genio e l'ingegno di Leonardo sanno veramente d'infinito.
      Grazie per il bel commento.
      L.I.

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  2. Grazie, mia cara Clo, per questa ospitata: mi sono divertita a cercare chicche su Leonardo e a fare questa cosa a quattoro mani con te.
    Spero vorrai ospitarmi ancora.
    L.I.

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  3. bello assai questo pezzo: la raffigurazione del libero arbitrio..azzz
    gd

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  4. Carissimi, trovo di Leonardo sempre di che stupirmi. Le capacità di sperimentatore, studioso e così via sono indubbie, ma quando dipinge rimango di stucco per la capacità pittorica, oltre il messaggio che ci restituisce. Non sono molte le cose che ha fatto, ma tutte lasciano a bocca aperta. Sapere che ha preferito trovare una via sperimentale all'affresco ( che non gli riesce, tuttavia) sottolinea la infinita mente riflessiva, che ama ritoccare, abbellire, non per il fregio o lo sterile ornamento, quanto per raggiungere una capacità espressiva e di introspezione dei personaggi. E ogni suo dipinto ci introduce verso un mondo nascosto. Ogni singolo apostolo in questa ultima cena è un capolavoro. Notate i particolari, l'espressione, e con tale costruzione racconta in viva voce. Racconta l'Ultima Cena e il tradimento.
    Lucia sei stata bravissima, certamente che ci sono tanti artisti che ancora ci aspettano!
    Giorgio colpito dal libero arbistrio...e potremmo restare fulminati da quanto ci ha lasciato Leonardo
    Jole, grazie per la tua passione per le "storie" dipinte, Raccontare l'Arte è un privilegio per me.
    Grazie a tutti quanti passano di qua pur non commentando. So di avere ingressi da tutto il mondo: Americhe, Asia, Russia, Nazioni del SUd del Mondo. Grazie a tutti per l'nteresse mostrato, anche se la materia trattata ha il pregio di attirare, da sempre, popoli di tutto il mondo.

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  5. Che bel post, interessante e doppio. Luce e Clotilde insieme, opera dell'arte...ahahah. Brave!
    Nina

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  6. Su prenotazione il 24, 28 e 29 aprile e poi 5, 6, 9 e 10 maggio al Cenacolo, in alcuni particolari giorni fino al 10 maggio 2015 :D

    http://www.statistiche-lotto.it/piutuamilano-lotto-leonardo-da-vinci/

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