Da Piazza Marina passando davanti alle
cancellate in stile liberty di piazza Garibaldi voluta dal Basile e
corredata di una delle più belle fontane di Palermo, la fontana del
Garraffo, fontana barocca del '600 in cui nome significa abbondante
acqua, si giunge per Via Longarini all'angolo destro e basso ove c'è
lo Steri, adesso sede del Rettorato di Palermo, una volta palazzo
della Santa Inquisizione che tante morti diede nel bel mezzo di
quella stessa Piazza. E tagliando per quella corta stradina si giunge
in Via Alloro.
Imboccata Via Alloro, verso il mare,
girando a sinistra, troviamo un altro splendido palazzo, subito dopo
S.Maria degli Angeli detta La Gancia, Palazzo Abatellis sede della
Galleria Regionale, secondo esempio di architettura gotico-catalano.
Io mi fermerei un po' qui, anzi ci entrerei proprio per andare ad
ammirare un capolavoro che ci invidia tutto il mondo. E noi lo
abbiamo qui, possiamo andare a trovarlo tutte le volte che se ne ha
voglia, omaggiarlo di attenzione e sguardi, seguire quello sguardo
sfuggevole, avvolto nel manto azzurro, posare lo sguardo su quelle
mani sospese a mezz'aria, quasi una difesa, un avvertimento, una
disponibilità.
Il capolavoro assoluto dell'arte
rinascimentale è l'Annunciata di Antonello da Messina (Messina
1430-1479).
Lo dipinse in una fase tarda della sua
produzione, nel 1476. Si è già affrancato dalla lezione fiamminga
che lo vuole attento ai dettagli, ma non nei ritratti, raffigurati a
tre quarti. La perfezione dell'ovale e gli occhi perduti nel vuoto,
emergono dal manto azzurro che una mano stringe sul seno, l'unica
difesa che porge al progetto divino di farne la sua dimora. E'
intenta nell' atto di dare una risposta, o è appena andato via
l'Angelo, in un atteggiamento riflessivo ed estraniato. Questo lo
rende il capolavoro, la mano sospesa in aria aperta sul libro che
legge, ha il segno dell'accettazione o dell'attesa per l'Angelo,
prima della risposta. Questo dipinto fu inteso da molti non
appartenente ad Antonello, fu attribuito al Durer che a Palermo aveva
dipinto molti quadri nel 1800. Fu l'intuizione dello studioso Di
Marzo che ne fece l'attribuzione ad Antonello ravvisandone i tratti
antonelliani dell'opera, soprattutto nel pollice rigido della mano
destra.
Ultimi studi datati aprile 2013 da
parte dei Beni Culturali di Palermo hanno svelato alcuni misteri: c'è
una parte aggiunta in un secondo tempo, il velo che accompagna il
volto nella parte destra è stato dipinto in un tempo successivo.
Inizialmente si intravedevano i capelli della Vergine, ma un pudore
che deve accompagnare la madre del Salvatore del Mondo vuole che non
mostri i capelli, Antonello provvide così a nasconderli sotto
alcune pennellate di colore. Il libro sul leggio contiene le profezie
che la riguardano.
Lasciamo Palazzo Abatellis e Via Alloro
all'altezza della Chiesa di S.Maria Della Pietà, svoltiamo alla
nostra destra, ci incammineremo per Via Messina Marina fino a Piazza
Scaffa.
Qui troviamo un vecchio ponte, il ponte dell'Ammiraglio (1131)
costruito dall'Ammiraglio di Re Ruggero I per permettere il
passaggio sul fiume Oreto che a quel tempo aveva la foce lì. La
bellezza del ponte sta nei dodici archi acuti che ne sostengono le volte, consentendone maggiore capacità statica al peso da sopportare, mentre quelli
più piccoli, meno acuti, hanno la funzione di alleggerire il carico e
al tempo stesso smaltire la pressione del fiume. Un'opera di alta
ingegneria in periodo medioevale.
Su questo ponte si combattè la
battaglia tra i Borboni e le truppe garibaldine nel 1860 che permise
l'annessione di Palermo al Regno dei Savoia, lì infatti le truppe
dei Borboni attesero i Mille di Garibaldi poiché era l'unico
ingresso alla città per chi proveniva da Sud. Poco più in là la
Chiesa di S.Giovanni dei Lebbrosi. Alto esempio di architettura
romanica e araba stupenda assieme alla Chiesa di S. Giovanni
degli Eremiti, S.Cataldo in Discesa dei Giudici, nonché la Zisa e la
Cuba...ma di questi ne faremo una trattazione a parte.
(Clotilde Alizzi)
Dal ponte ammiraglio ci passavo ogni giorno per andare a scuola, mi è sempre piaciuto, e però ho sempre pensato che fosse un po' anonimo, nascosto tra le altre bellezze di Palermo, invece no, merita di stare nella hall of fame dei monumenti, a quanto pare.
RispondiEliminaBene, mi piace ancora di più ora che ne conosco la storia!
ahahah
Ma che bella passiata!!! Sull'Annunciazione di Antonello ci sono analisi del quadro che fanno riferimento ad un gioco di linee che in una triangolarità descrivono come il verbo attraverso lo sguardo divenga insegnamento (la mano destra)
RispondiEliminabella pagina!
gd
Grazie Giorgio, della geometria dell'Annunciata ho letto. Questa tua nota non la conoscevo. Il triangolo disegnato dal veso, piramidale definito crea una simmeria tra la piega accennata dal velo sul capo e l'angolo del leggio, creando il centro del dipinto attorno a cui ruota, Il mistero della sguardo in questo triangolo, come ben dici diventa Verbo e insegnamento nella mano sospesa. Bellissima descrizione la tua...
EliminaCla sa farmi innamorare delle opere che descrive. Seppure viste e dunque conosciute lei mi svela altro ed altro ancora. Scopro sempre e così che quello che sapevo era troppo poco. Grazie Cla
RispondiEliminaLa risposta non c'è o forse chi lo sa... Come Bob Dylan nel suo Blowin in the wind ti rispondo...Quante strade un uomo dovrà attraversare...prima che lo si possa chiamare uomo ? Risposta non c'è o forse chi lo sa...
EliminaTante strade dico io. Tante dell'animo e della conoscenza, del cuore e del sentimento e soprattutto della Pietà
www.testitradotti.it/canzoni/bob-dylan/blowin-
Oggi questo post è collegato al post di Mafia Telling sulla strage di Piazza Scaffa. Rispondo a Federico che qui dice di averlo attraversato, (il ponte dell'Ammiraglio ) tante e tante volte per andare a scuola. Non sembra niente, un vecchio ponte e invece ha una importanza incredibile. I Normanni ci lasciarono un patrimonio di arte e perfezione architettonica. Vennero da lontano, come Arabi, Spagnoli, Francesi e questo popolo estraneo a tutti, noi siciliani, abbiamo coltivato sangue e stragi, passando accanto a bellezze simili ogni giorno senza esserne stati toccati...A due passi la strage di Piazza Scaffa, in vicolo Macello dal post di Giorgio oggi...Bisogna piangere? Direi di si
RispondiEliminaOggi ho fatto una bella passeggiata nella mia città. Ho rivisto la sua bellezza e ricchezza artistica.
RispondiEliminaGrazie Clotilde, la tua latta mi piace un sacco, il suo collegamento storio anche se tragico e sporco di sangue.
Nina
Nina questa latta è una riflessione, approfondimento e collegabile con la tradizione che ci accomuna. Grazie sempre di quanto dici.
EliminaTutte le volte che mi trovo a Palermo devo percorrere la strada che gira intorno al ponte e tutte le volte mi torna in mente la storia di questo ponticello che, piccolissimo appare, nascosto com'è dal traffico cittadino e mortificato dall'innaturale prato che lo circonda. Da piccina mi veniva raccontata la sua storia e della famosa battaglia che vi si svolse tra garibaldini e sabaudi. Oggi come allora provo ad immaginare come poteva essere quando i flutti lo attraversavano e come poteva apparire durante la cruenta battaglia così ben descritta nel film girato da Luchino Visconti "Il Gattopardo". Mille anni di storia poggiano su quelle arcate e noi come in un soffio passiamo senza lasciare traccia. Intanto l'Annunziata continua la sua secolare riflessione senza che nessuno possa distoglierla dal suo pensiero. Solo il manto potrà sbiadire ma il suo sguardo continuerà a fissare l'altrove attraverso i secoli.
RispondiEliminaIl riferimento a Luchino Visconti e alla sua versione del Gattopardo, così macchiaole le sue sceneggiature di questi eventi. Un bel coup d'oeil. Ma colgo l'amarezza nel tuo commento sottile e ironica della difficoltà di questa Annunziata che ancora volge il suo sguardo come spaurito di fronte al secolo che le passa davanti
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaUn bell'excursus!
RispondiEliminaGrazie Cla, concordo con quanto detto da Jole: leggi di opere che pensi di conoscere ma ahimé! ti accrogi invece di non conoscerle fino in fondo!
Brava.
L.I.
Grazie Lucia, so che apprezzi questo scatolame in ordine sparso.
EliminaComplimenti a Te, novello periegeta! Pur nella brevità espositiva, riesci ad essere puntuale e di grande impatto culturale.
RispondiEliminaNicola grazie per essere passato e lasciato un commento. Mi hai fatto una splendida sorpresa. Mi fa piacere che abbia apprezzato le mie riflessioni su ke meraviglie che ci contornano.
Elimina