La Venere di Dresda o Venere dormiente di Giorgione finita da Tiziano

Il dipinto ad olio su tela fu dipinto tra il 1507 e il 1510 da Giorgione (1470-1510). Attualmente si trova a Dresda al Gemaldegalerie.
L'Arte veneziana del Rinascimento mosse dalle influenze di Antonello da Messina che vi soggiornò e del Mantegna la cui figlia sposò Bellini presso cui si formarono i successivi Giorgione e Tiziano. La vita breve di Giorgione, dipinse solo per dieci anni, ne impedì lo sviluppo che ebbe invece con Tiziano e a metà del '500 si aggiunsero due altre importanti figure il Tintoretto e Veronesi.

La novità dell'arte veneziana è la c.d. Pittura tonale, per la manipolazione del colore che avrà capacità di risultare più o meno intenso a seconda della quantità di luce da cui è investito.
Il dipinto attribuito a Giorgione, questa Venere dormiente, fu completato da Tiziano dopo la morte di Giorgione che lo lasciò incompiuta. Tiziano lo modificò rendendolo più idoneo alle esigenze di chi lo aveva commissionato. Girolamo Marcello lo commissionò in occasione delle proprie nozze e pertanto il dipinto riprendeva pose sensuali che celebrassero il matrimonio ma anche l'ascendenza della famiglia Marcello alla Gens Julia, che secondo L'Eneide discendeva da Venere.
Questo dipinto infatti ritrae una Venere dormiente e pudica (secondo l'iconografia che la celebra) per la mano che porta all'inguine, in una posa di dolce abbandono ripresa dalla curva morbida del paesaggio. Gli elementi propri riferibili a Giorgione sono infatti la posa del dormire e la morbidezza della curve. Gli elementi introdotti da Tiziano sono il lenzuolo bianco su cui posa che rese più arretrato rispetto al prato, il drappo rosso e la rupe posta dietro la testa della Venere a protezione della dormiente.
Il paesaggio dietro è ripreso più volte da Tiziano in molti altri suoi dipinti (Noli me tangere e Amor sacro e amor profano) e richiama la morbidezza del corpo mollemente adagiato. La luce morbida di questo dipinto tuttavia non viene raggiunta da Tiziano nella sua Venere a Urbino.

Qui la Venere adagiata su un letto è immersa in un interno rinascimentale, distesa sul lenzuolo finemente drappeggiato che scopre un telo rosso punteggiato di fiori (il rosso dei Veneziani) con lo sguardo che invita fisso su chi guarda, anche seppure pudica nel posare la mano sull'inguine. Viene detta pudica la Venere quando viene ritratta nascondendo il pube e/o i seni. Le due Veneri sembrano apparentemente simili. Le fattezze della Venere di Tiziano sono bellissime ma la critica e il Vasari non apprezzarono la donna, seppur finemente ritratta, (considerandola infima e adatta ad un bagno pubblico per lo sguardo sfacciatamente invitante) quanto il lenzuolo riccamente drappeggiato. Il simbolismo che la ritrae è ricco per le rose ch'ella tiene in mano (fiore attribuito a Venere come il mirto presente su un vaso sulla finestra), il cane ritratto ai suoi piedi simbolo della fedeltà, la perla a goccia all'orecchio simbolo di purezza, le ancelle che rovistano in un baule per ricercare un abito per la Dea.
La Venere dormiente fu attribuita a Giorgione anche se lui non firmava i suoi quadri e non esistevano cataloghi delle sue opere, sicuramente perchè  sua è la posa della donna e il paesaggio che impostò come contralto al corpo disteso; in tutta l'arte a seguire verrà ripresa: lo stesso Tiziano, Rubens, Longhi, Manet e la sua Olympia.
Nessuno dei dipinti futuri raggiungerà la bellezza idealizzata del corpo e la sensualità espressa dal braccio ripiegato dietro il capo che lascia scoperta l'ascella e della mano che copre l'inguine in questa posa abbandonata al sonno.

(Clotilde Alizzi)

Commenti

  1. La Clotilde che confronta, che tira fuori aneddoti, che evidenzia dettagli rilevanti... ma quanto mi piace? assai assai assai
    E adesso vado a guardare Olympia
    GD

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  2. Ecco di Giorgione ho visto un paio di quadri alla National Gallery. Vederlo dal vero fa capire quanto sia bravo. Una adorazione dei Magi. Accanto c'era Noli me tangere di Tiziano. E anche lì capisci perch il paesaggio lo ha rubato a Giorgione.

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  3. La bellezza e l'armonia di un corpo femminile attraverso l'arte e le tue descrizioni chiare in alto stile letterario. Arte e passione, seii grande Clotilde davvero!
    Nina

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  4. Leggo soltanto adesso questa bellissima descrizione dei quadri ed è bello scoprire così tanti particolari che anche a vedere le opere dal vero sfuggirebbero ai comuni mortali (ovvero chi di arte ne capisce poco) come me.

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    1. Grazie Jole che già tanto avere la pazienza di leggere. Grazie a te e stai in campana. Prossimo post molto interessante

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  5. Jole cara a te la pazienza di leggere ti ringrazio davvero.

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  6. Sono sempre ammirata e lieta di scoprire cose nuove, inoltre mi piacciono tanto gli accostamenti che fai.
    Grazie.
    L.I.

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